I benefici del gattonamento

La fase del gattonamento, che viene raggiunta tra i 6 e i 10 mesi di età, prevede moltissimi benefici.

Competenze motorie. 
 

Durante il gattonamento si affina l’impiego di tutte le competenze motorie che saranno indispensabili per il cammino:  

  • la forza dei muscoli  
  • la capacità di tenersi in equilibrio 
  • il trasferimento del carico da un lato all’altro del corpo  
  • lo schema crociato fra braccia e gambe  
  • la capacità di proteggersi da una caduta
Competenze visuo-spaziali. 

Il neonato alla nascita è miope: riesce a vedere ad una distanza che va dai 17 ai 30 cm.  

Questa distanza è sufficiente per vedere ciò di cui ha bisogno nei primi mesi di vita: il seno e gli occhi della sua mamma e il suo papà mentre lo tengono in braccio.  

Crescendo, la vista si sviluppa insieme alle capacità motorie e raggiunge lo sviluppo completo intorno ai 10-12 mesi di età. 

Quando il bambino gattona, stimola continuamente la visione binoculare e bifocale necessarie a percepire in modo chiaro gli oggetti vicini e lontani. Gattonando, il bambino si misura nel raggiungimento di oggetti a distanze diverse, maturando competenze visuo-spaziali e contribuendo a raffinare la coordinazione occhio-mano.  
Competenze percettive.


Il bambino sviluppa la percezione di sé e della sua posizione nello spazio. Può finalmente spostarsi in modo autonomo con una maggiore velocità ed efficacia rispetto al rotolamento ed allo strisciare. Può avvicinarsi o allontanarsi dalle figure di riferimento importanti, gettando le basi per la sua autonomia, non solo motoria ma anche emotiva. Può decidere quale obiettivo raggiungere, godendo del risultato raggiunto quando arriva a destinazione. 

Tutto ciò determina impatti positivi sulla sua autostima sul suo senso di efficacia

La capacità di gattonamento costituisce un primo grande traguardo psicomotorio e nello stesso tempo rappresenta, agli occhi di un adulto competente, un oggetto di valutazione dello sviluppo del bambino

Alcuni bambini iniziano a gattonare in modo singolare, per esempio procedendo in modo asimmetrico o spostandosi da seduti, con impulsi dal bacino, senza appoggio delle mani.  

Questi movimenti esprimono piccole disfunzioni, su cui è necessario posare uno sguardo competente per favorire lo sviluppo fisiologico della postura. 

Altri bambini saltano la tappa del gattonamento e passano direttamente in posizione eretta. Spesso questo si verifica in soggetti che prima della fase di gattonamento hanno fatto poca attività a terra, rimanendo a lungo in passeggini, sedie sdraio e seggiolini, senza sperimentare l’uso della muscolatura in posizione prona. L’effetto di ciò può essere una minor competenza nel passare con sicurezza alla tappa successiva, quella del cammino.
C’è sempre tempo per recuperare!  

Se pensi che il tuo bambino abbia bisogno di essere sostenuto in questo cammino rivolgiti per una valutazione completa al tuo pediatra, ad un fisioterapista o un osteopata pediatrico. 

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